RISPOSTA
Carissimi tutti, ciao!
Stasera vorrei rispondere qui ad una domanda che mi è stata fatta nei commenti:
come si fa quando la tristezza ti prende pensando alla tua piccolezza a come vorresti essere ma non sei?
La risposta è semplice, anche se non facile: non pensare a noi, alla nostra piccolezza, ma guardare alla grandezza e alla bontà di Dio...
Cosa importa quello che io sono? Io sono un po' di polvere, un piccolo atomo che non vale niente, che non sa fare niente se non sbagliare... Ma di fronte a me, prima e dopo di me, dentro di me, oltre a me, c'è un Dio che è grande, splendido, amabile, onnipotente, che col suo amore ci permette di esistere anche se siamo piccoli, poveri, insoddisfatti di quello che siamo e di quello che riusciamo a fare... e che ci sussurra all'orecchio, ogni momento della nostra vita:
TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI,
PERCHE' SEI DEGNO DI STIMA E IO TI AMO,
DO UOMINI AL TUO POSTO
E NAZIONI IN CAMBIO DELLA TUA VITA.
(Is 43,4)
La cosa bella con il nostro Dio è che non serve che siamo perfetti noi, perchè lo è già Lui! Se noi restiamo uniti a Lui, non abbiamo bisogno di "guardarci addosso", e di giudicare nemmeno noi stessi, siamo liberi anche dai nostri limiti e dalle nostre fatiche.
Questo non vuol dire che allora stiamo felici e tranquilli, che tanto "ci pensa Dio", e che posso anche non impegnarmi a crescere e migliorare; ma che non è importante se e quanto ci riesco, ma se e quanto ci provo. La cosa importante è che per Dio noi siamo preziosi e unici, amati così profondamente che Lui stesso è venuto a dircelo morendo per noi.
Entrando in questa prospettiva ci rendiamo conto che l’unica cosa importante è che Dio sia Dio, e la certezza che Lui ci ama. Tutto il resto non conta.
Allora la gioia può entrare e rimanere nel nostro cuore, qualunque cosa accada.
E' questa la gioia che chiedo a Dio di far provare a tutti voi!
Suor El