lunedì 31 gennaio 2005

Carissimi tutti, ciao!

Ci siamo, domani per noi è festa grande:

31 gennaio: San Giovanni Bosco!!!!

E come promesso vi racconto qualcosa di lui... solo qualcosa perchè di Don Bosco potrei scrivere fino a riempire un libro...

Partiamo dalla nascita: Giovanni nasce nel 1815, il 16 agosto, nella frazione di Castelnuovo d'Asti chiamata "Becchi". Ha già due fratelli maggiori, di cui il più grande nato da un precedente matrimonio del padre, poi restato vedovo. A soli due anni, Giovannino perde il padre, e la vita della famiglia si fa povera. Sono anni duri per tutti, anni di carestie e di guerre (ricordate le guerre di indipendenza, risorgimento ecc.) e la famiglia Bosco si ritrova a dover lavorare duramente per sopravvivere. Nessuno stupore che il piccolo Giovanni non possa andare a scuola perchè deve lavorare. La mamma, Margherita, cerca di dare ai figli tutto quello che ritiene buono: insegna il lavoro indefesso, la cura dei poveri, il rispetto per tutti, e anche ad amare il Signore. Da lei Giovanni impara che tutto può portare a Dio, se visto con occhi che sanno vedere la sua presenza amorevole, magari anche quando la grandine si porta via il raccolto. Da lei impara il catechismo ed è sempre lei che presto lo prepara alla Confessione e alla Comunione. Quando ha nove anni, il nostro protagonista fa un sogno speciale: si trova in un gruppo di ragazzini come lui che si picchiano, litigano, bestemmiano, e lui, che non approva questo comportamento, si lancia tra loro per costringerli con pugni e calci a smetterla. A questo punto compare prima un "signore" poi una "donna" che lo invitano a reagire non con la forza e le percosse ma con l'amore e la benevolenza. Giovanni nota che intanto i giovani rissosi si sono mutati in lupi, ma che, man mano che si avvicinano a questi personaggi strani si cambiano in agnelli. A lui viene dato il compito di far accadere questo a tanti ragazzi. Il piccolo rimane sbigottito e si chiede come potrà fare lui, piccolo e ignorante com'è... ma gli viene dato un consiglio: renditi umile, forte, robusto; e una "maestra": Maria.

Giovanni si sveglia con la sensazione di aver davvero picchiato tanta gente, e ricorda bene il sogno che riceve tante interpretazioni quante erano le persone a cui lo racconta. Lui non ci pensa su molto, ma l'idea che gli nasce è chiedersi se c'era qualcosa che lui potesse fare per aiutare i suoi compagni ed amici ad essere sempre amici di Gesù come lui ha imparato a fare dalla mamma. Pensa e ripensa, e decide di allenarsi a diventare un saltimbanco, come quelli che vede alle fiere dei paesi attorno al suo. Li osserva con molta attenzione, e ne impara i trucchi, si allena di nascosto per giorni e giorni e poi raduna i suoi amici tutte le domeniche per lo "spettacolo". Fa qualche gioco di prestigio, cammina sulla corda, fa salti mortali, e alla fine, quando qualcuno vorrebbe ricompensarlo, chiede solo come prezzo di fermarsi a pregare un po' con lui, e racconta a chi non era presente alla Messa l'omelia che aveva ascoltato al mattino.

Mentre cresce con queste esperienze, capisce che per fare del bene a questi suoi amici che non sono cattivi ma sono spesso abbandonati a loro stessi per la maggior parte del tempo, potrebbe diventare prete. Ma a quel tempo e in quelle condizioni non era facile diventarlo, prima doveva recuperare anni di scuola, e poi la retta del Seminario era alta, e la sua famiglia povera. Per di più il fratello maggiore vedeva il suo desiderio di studiare come carenza di mano d'opera in casa, e aumento del suo daffare. Dopo anni di sacrifici e tentativi falliti, Giovanni ormai adolescente riesce a trasferirsi a Chieri per frequentare le scuole. Lì fa grandi progressi: lo studio gli riesce benissimo, ha una memoria prodigiosa, e riesce perfino ad aiutare nello studio ragazzi più avanti di lui. Recupera in poco tempo gli anni che ha perso, ma intanto che studia trova ancora il tempo per fare qualche lavoretto che gli consente di pagarsi vitto alloggio e libri. In questo modo passa attraverso tante esperienze di lavoro diverse, a seconda di chi gli offre alloggio o lavoro: fabbro, sarto, barista, calzolaio, sono solo alcuni lavori che impara a fare in questo periodo. Intanto nel tempo libero dal  lavoro riesce ad imparare anche a suonare qualche strumento. Oltre a tutto questo, Giovanni non smette di riunire attorno a sè altri ragazzi, compagni di scuola ma anche altri, e fonda la "società dell'allegria": un gruppo di giovani che volevano vivere allegri con un programma semplice ma efficace: svolgere con cura i propri doveri di studio e di preghiera, riunirsi ogni domenica per la Messa e il catechismo, e cercare di proporre a tutti gli altri amici giochi, letture, racconti ecc. che potessero far nascere l'allegria sana e pulita che resta a lungo nei cuori.

Terminati così gli studi, Giovanni può finalmente entrare in Seminario. Per pagarsi la retta fa il giro delle famiglie del suo paese e dei dintorni per chiedere l'elemosina, tanto è povero. Però il suo sogno si realizza: entra in seminario! In questo ambiente scopre diversi modi di esser prete: lui, aiutato da qualche amico, cerca il "suo" modo: benevolenza grande con tutti, presentare un Dio amico più che giudice, che ha voglia di incontrare spesso le persone nei Sacramenti per dire loro che le ama fino a dare la vita per loro.

Finalmente, nel 1841, viene ordinato sacerdote. Per lui è una festa grande, ma adesso comincia a pensare cosa fare della sua vita: allora i preti erano tanti, e non a tutti era concessa subito una parrocchia. La sua guida spirituale lo orienta a fare un corso di due anni di "specializzazione pastorale" (diremmo oggi) a Torino, e il giovane Don Bosco studia, ma nel frattempo non si dimentica lo scopo che aveva in mente per il suo presbiterato: dedicarsi ai giovani, specialmente i più poveri e abbandonati. In quei tempi a Torino ce n'erano tantissimi, arrivavano in città dalle vallate, in cerca di lavoro che puntualmente non trovavano, e così erano costretti a rubare per sfamarsi e finivano in prigione. A chi andava meglio trovava magari padrone e veniva messo a lavorare in condizioni disagiate, lavori pesanti e pericolosi, con orari impossibili e spesso sfruttati e poi abbandonati.

Don Bosco comincia ad incontrare qualcuno di questi piccoli muratorini o spazzacamini, o poveri giovani senza lavoro e a rischio delinquenza, e li raduna presso di sè, fa loro un po' di catechismo e li prepara ai sacramenti, ma soprattutto cerca di farli giocare e divertirsi, e si inventa sempre qualcosa di nuovo per poterli aiutare. Addirittura cerca e trova loro dei lavori presso padroni che non li sfruttino, e stende i primi contratti di lavoro d'Italia per garantire loro la sicurezza di un lavoro onesto e sicuro. Per poter far loro un po' di scuola e per ospitare chi non aveva casa, cerca finchè trova una casa con un grande cortile in affitto, rinuncia a fare un lavoro "da prete" per mettere tutto quello che ha e che è a servizio dei suoi ragazzi. Nasce l'oratorio, prima cortile nelle domeniche dove far giocare e pregare i suoi ragazzi, poi mano a mano scuola serale, laboratorio dove lo stesso Don Bosco insegna quei mestieri che ha imparato negli anni di scuola a Chieri, e poi anche collegio.

Passano gli anni e Don Bosco vede la sua casa ingrandirsi sempre più, e capisce che da solo con quei pochi aiutanti che aveva non sarebbe riuscito ad andare avanti per molto. Così fa una proposta "forte" ai suoi ragazzi più grandi e più capaci, quelli che da anni erano con lui, che avevano imparato il suo metodo di avvicinare ed aiutare i giovani con la gioia  e l'allegria per condurli ad una vita onesta e dignitosa. Se avessero voluto, potevano dividere la vita con lui, donando tutto di loro al Signore della Vita e della Gioia, per mettersi a servizio di quei loro compagni meno fortunati. Un buon gruppetto accetta: nascono i Salesiani.

La storia sarebbe ancora lunga, e già ho tagliato (a malincuore) episodi, aneddoti, particolari, che avrebbero dato un buon tocco di colore a questa vita già così tanto intensa. Ma questo è un post, ed è già fin troppo lungo così com'è...

Allora, buona festa di Don Bosco a tutti!!!!

E sia proprio Don Bosco ad ottenere dal Signore per voi la gioia più grande: conoscerLo e amarLo come ha fatto lui!

Suor El

giovedì 27 gennaio 2005

ventisette gennaio:

facciamo memoria

facciamo silenzio

facciamo una preghiera

facciamo che non accada mai più...

E il Signore faccia che la gioia di essere uomini e donne possa essere condivisa da tutti, nel rispetto e nella pace.

Suor El

lunedì 24 gennaio 2005

Carissimi tutti, ciao!

Anche oggi è festa per noi salesiani/e! Eh, sì, gennaio è proprio il nostro mese! Oggi tocca a San Francesco di Sales, colui che Don Bosco ha scelto come nostro patrono e ispiratore... perchè? Cercherò di spiegarvelo...

Francesco era nato in Savoia nella seconda metà del 1500, era di famiglia nobile e suo padre, lo voleva vedere far carriera. Per di più era una personcina intelligente e capace di relazionarsi con tutti, quindi i suoi speravano grandi cose da lui. Viene così inviato a Padova a studiare (mi sembra diritto), ma siccome è molto desideroso di costruirsi una vita da amico di Dio, nonostante il padre gli neghi il permesso di passare a teologia, segue entrambi i corsi, ottenendo ottimi risultati. Poi decide di affrontare il padre, e annuncia che vuole diventare sacerdote. Intanto, nella sua vita personale, da anni sta puntando a crearsi un buon carattere, ad essere semplice e aperto alle relazioni, a non perdere mai la pazienza, a presentarsi come una persona affabile e che sa mettere a suo agio le persone che incontra. Per queste sue doti viene ordinato vescovo di Ginevra, ma per la situazione di contrasto tra i cattolici e i calvinisti, non può risiedere nella sua diocesi. Anche in una situazione così tesa riesce, tra mille difficoltà, a raggiungere tante persone tramite opuscoli, volantini, biglietti che fa stampare appositamente per far giungere la sua voce di vescovo a quelli che gli sarebbero affidati, e riesce anche a trovare contatti ed entrare in dialogo con i calvinisti, a quel tempo rigorosamente contrari ai vescovi cattolici.

Una delle sue idee forza era quella che la santità non era una cosa riservata a pochi eletti preti o suore, ma un orizzonte aperto a tutti, ma proprio tutti, perchè ciascuno può amare Dio in qualunque stato di vita sia, se si impegna a vivere secondo il Vangelo. Certo, la santità di un frate francescano che lascia tutte le sue cose per servire solo Dio non sarà la stessa di un padre di famiglia che deve pensare alle necessità di chi è affidato alle sue cure, ma per l'uno e per l'altro è possibile ugualmente raggiungere la santità. Per questo scrisse diversi testi di "devozione" (oggi diremmo manuali di vita cristiana) perchè ogni genere di persone potesse avere una guida per poter conoscere meglio Dio e amarlo sopra ogni cosa.

E' considerato il santo della dolcezza, della mitezza, della pazienza, della capacità di relazionarsi con tutti e di condurre tante persone sulla strada della santità.

Per questo Don Bosco, che lavorava con i ragazzi più poveri di Torino, aveva voluto che le persone che lavoravano con lui prendessero spunto dal suo carattere e dalla sua bontà per far sperimentare a questi ragazzi rifiutati da tutti e sfruttati che qualcuno voleva loro bene e che c'era una speranza anche per loro di essere amici di Gesù e avere una vita felice.

E voi, avete mai pensato di poter essere santi?
No, non quelli del calendario, proclamati solennemente dalla Chiesa... la maggior parte dei santi sono persone normali che amano il Signore e cercano di vivere gioiosamente secondo la Sua Parola, consapevoli di avere in Dio la fonte della vita e della felicità che non avrà mai fine.

Don Bosco diceva: è facile farsi santi!
Che ne dite, proviamo anche noi?

Buon cammino verso la santità a tutti, e che il Signore ci accompagni e ci doni la sua gioia!

Suor El

sabato 22 gennaio 2005

Carissimi TUTTI, ciao!

Come va la vita? Spero che tutti stiate bene e siate pronti per questo week-end da vivere nella gioia di Dio che ci ama!

Vi avevo promesso qualche parola su Laura Vicuna... quindi eccola qua:

Laura è nata negli ultimi anni dell'ottocento, in Cile. Poco dopo la sua nascita la sua famiglia viene perseguitata per motivi politici e lei, mamma, papà, e sorellina devono emigrare, prima in un paesino ai piedi delle Ande (dove prestissimo muore il padre) e poi oltre le montagne, verso l'Argentina, per cercare condizioni di vita migliori. Però appena giunte nella zona del Nequen, le risorse della famigliola ormai ridotta a tre (e per di più tutte donne), vengono meno, e la mamma di Laura, pur di sopravvivere e dare un futuro alle figlie, accetta la "protezione" e il lavoro offertole da un certo Mora, allevatore senza scrupoli, violento e volgare.

Grazie a questo, Mercedes può mandare le due figlie Laura e Amanda nel collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice che era stato aperto da poco nel paese di Junin de los Andes, non molto distante dalla tenuta del Mora.

In questo ambiente, la piccola Laura (ha circa 9 anni) trova la stabilità, la serenità, la pace, la gioia che non aveva mai potuto sperimentare; scopre che le suore sue educatrici hanno un sorriso sempre pronto, una pace grande nell'anima, una bontà tutta particolare, che non sentiva presenti nella madre. Impara che quella gioia può essere anche sua, e che il segreto era amare Dio e il prossimo, donarsi nella semplicità e nel servizio ma sempre con gioia. E allora la sua vita procede a grandi passi nell'amicizia con Gesù: prega con regolarità, si impegna ad aiutare le più piccole della scuola, cerca di essere sempre obbediente a chi ha il compito di guidarla nel cammino educativo, sopporta i piccoli dispiaceri che le capitano imparando ad offrirli a Gesù.

Intanto che la sua voglia di conoscere il Dio della gioia e dell'amore si accentua e viene pian piano soddisfatta, scopre che a casa la mamma è sempre più triste, e durante le vacanze capisce il perchè: Mora la tratta male, e si rivela sempre più un padrone nei loro confronti, chiede sempre più alla povera Mercedes, che subisce ogni sorta di angherie pur di aver assicurata la retta per la scuola delle sue bambine.

Tornata a scuola, Laura si impegna sempre più per crescere nella capacità di amare disinteressatamente, e nel suo cuore di bambina però già maturato dalla sofferenza prende corpo un'idea: anch'io vorrei essere come queste suore, allegre, pazienti, comprensive, ma soprattutto innamorate di quel Gesù che è morto per insegnarci l'amore più grande. Sceglie così di impegnarsi in un gruppo della scuola che si proponeva di vivere con serietà la vita cristiana partecipando con regolarità ai sacramenti e di imitare le doti di bontà, capacità di prendersi cura degli altri, e disponibilità ad amare di Maria, e trova che questo la aiuta a vivere con tanta gioia il suo quotidiano.

Ma, durante le vacanze (le ultime che passerà a casa), Laura scopre che la sua crescita anche fisica (ha 12 anni) "interessa" a quel Mora che forse si è stancato della sua mamma, e che prova a metterla alle strette. Lei si difende con tutta la sua forza e riesce a sfuggirgli, ma sente che restare alla fattoria è un rischio per lei. Chiede alla mamma di lasciare quell'uomo violento, ma lei non se la sente di lasciare quella sicurezza, anche se non la rendeva felice, proprio per non ritrovarsi sulla strada, senza niente con le sue bambine. Laura chiede ed ottiene comunque di poter tornare in anticipo al collegio delle suore dove si sente più sicura.

In questo periodo le nasce un'idea: "la mia mamma è infelice, non riesce da sola a liberarsi da quell'uomo orribile che la tiene quasi schiava, lei lo fa per noi, ma io non posso accettare che sia triste per causa mia, io devo fare qualcosa per aiutarla". Ispirata dal Vangelo del Buon Pastore che dà la vita per le sue pecorelle, Laura chiede al suo confessore ed ottiene il permesso di poter offrire la sua vita a Dio per ottenere la felicità e la salvezza di sua madre.

Dopo poco tempo, la sua salute si incrina, comincia il suo calvario e la sua sofferenza. Dopo qualche tempo la mamma viene a prenderla e per poterla curare meglio, affitta una casetta in paese. Però a quel tempo (1904) e in quel luogo alquanto sperduto le possibilità di cura sono scarse, e Laura va pian piano spegnendosi. Quando Laura sente che la sua fine è vicina rivela alla mamma che lei stessa ha chiesto a Dio di poter dare la sua vita perchè lei possa ritrovare la pace e la gioia della libertà da quell'uomo brutale e dell'incontro con Dio. Dopo poco, Laura muore (non ha ancora 13 anni) con la gioia di aver potuto sentire dalla bocca della madre che il giorno stesso del suo funerale sarebbe partita dalla casa del Mora e si sarebbe accostata all'amore del Signore nei sacramenti che per tanto tempo aveva disertato.

Giovanni Paolo II la dichiara Beata nel 1988 di fronte a una folla di migliaia di giovani accorsi al Colle Don Bosco per festeggiarla.

Oggi è la sua festa, oggi la pregherò per tutti voi, amici, chiedendole che interceda per i vostri desideri e che ottenga da Dio, per voi, la gioia dell'incontro con Lui, amore e gioia senza fine!

Suor El

martedì 18 gennaio 2005

Carissimi tutti, ciao!

Come state? Io sto benissimo, anche perchè stasera qui sta nevicando, e siccome siamo in due o tre giovani e coraggiose abbastanza per farlo, ci siamo imbacuccate e siamo scese in cortile per giocare a palle di neve... è stato magnifico! Da quanto non lo facevo (mancava la materia prima... uffa la pianura!)! Abbiamo riso e tirato neve, fatto un pupazzo che si chiama Snowy, mangiato la neve, e soprattutto abbiamo riso tanto!!
Oh, come fa bene una serata allegra di risate con gli amici ogni tanto!

Oggi è cominciata la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani...
Sì, in un mondo che chiede sempre più segnali di unità e di pace, è ancora uno scandalo che i seguaci di Gesù siano divisi... e chiunque sia convinto che Lui sia il Figlio di Dio venuto tra noi, fatto uno di noi, non può fare a meno di sentire una fitta di dolore per il fatto che ci siano cristiani che non possono condividere la Mensa Eucaristica...

Serve davvero tanta preghiera, tanta capacità di dialogo e di accoglienza, e un lavoro assiduo per costruire ponti tra le persone e tra le istituzioni perchè il sogno di Gesù "che tutti siano una cosa sola" si possa avverare. Siamo proprio fortunati a vivere in un momento storico come questo, in cui vediamo nascere, germogliare e crescere tante iniziative che cercano di favorire questo incontro! Quest anno la mia preghiera si tinge di riconoscenza per il fatto di poter partecipare a questa grande corrente di persone che vogliono, cercano, lavorano e sperano che si faccia la vera, profonda, gioiosa unità di tutti coloro che credono in Gesù Cristo!

Ops, che sbadata, vi avevo promesso qualcosa su Laura Vicuna... ma stasera non ce la faccio, sono stanca (ma tanto contenta!!!) e la sveglia domani suona presto! Ma non perdete la speranza, vedrete che ce la farò! Intanto buona notte!

L'unico Signore Gesù vi colmi di gioia!

Suor El

sabato 15 gennaio 2005

Carissimi tutti, ciao!

Come state? Spero tutti bene!
Io sto bene, sono molto di corsa e per un po' di tempo ancora lo sarò... (ma forse lo sarò per sempre...)

Volevo prima di tutto chiedervi un favore, spero che tanti lo possano fare... C'è una mia carissima amica che sta passando un momento difficile, è una cosa seria, ed ha bisogno davvero di una preghiera intensa... vero che mi aiutate a chiedere al Signore per lei la luce dello Spirito Santo, perchè capisca cosa deve fare e cosa il Signore si aspetta da lei?
Vi ringrazio tanto in anticipo, perchè so già di poter contare su di voi!

Sapete che da quando ho aperto questo blog mi sento più ricca? E vi devo ringraziare perchè il merito è vostro: se infatti "Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro" (Siracide 6,14), io ne ho trovati tanti di amici, che siete voi che spesso vi rivelate davvero grandi... grazie!!!!

Questo mese per noi della Famiglia Salesiana è davvero un mese importante, ci sono infatti tre feste che ci riguardano da vicino: il giorno 22 gennaio ricordiamo la Beata Laura Vicuna, allieva delle nostre suore di una piccola missione in Argentina, sulle Ande, che è morta a soli 13 anni offrendo a Dio la sua vita per ottenere la conversione e la felicità della sua mamma; il giorno 24 è la festa di San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra in un momento molto delicato dopo la riforma protestante, che ha fatto di tutto per la riconciliazione dei cristiani, e che era famoso per la sua cordialità e pazienza nonchè allegria e dolcezza di carattere (è da lui che ci chiamiamo "salesiani/e" perchè Don Bosco voleva che fossimo amabili e pazienti come lui... speriamo di riuscirci!!!); e poi il 31 la grande festa di Don Bosco, nostro fondatore, grande amico e padre dei giovani più poveri!

Beh, che ne dite, ne abbiamo da festeggiare, eh? D'altronde anche la festa è una dimensione tipica dell'uomo e soprattutto dell'uomo che sa riconoscere che ha ricevuto tanto da qualcuno che vuole ringraziare anche in questo modo, scegliendo un'occasione per essere felici del dono ricevuto, per stare insieme a chi amiamo e per dirci che siamo contenti di vivere!

Se riesco a stare nei tempi, mi piacerebbe presentarvi brevemente questi personaggi che fanno parte della mia "famiglia" che è proprio tanto bella... allora alla prossima, con qualche cenno sulla prima: Laura Vicuna!

Il Signore vi dia gioia!

Suor El

Carissimi tutti, ciao!

Come state? Spero tutti bene!
Io sto bene, sono molto di corsa e per un po' di tempo ancora lo sarò... (ma forse lo sarò per sempre...)

Volevo prima di tutto chiedervi un favore, spero che tanti lo possano fare... C'è una mia carissima amica che sta passando un momento difficile, è una cosa seria, ed ha bisogno davvero di una preghiera intensa... vero che mi aiutate a chiedere al Signore per lei la luce dello Spirito Santo, perchè capisca cosa deve fare e cosa il Signore si aspetta da lei?
Vi ringrazio tanto in anticipo, perchè so già di poter contare su di voi!

Sapete che da quando ho aperto questo blog mi sento più ricca? E vi devo ringraziare perchè il merito è vostro: se infatti "Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro" (Siracide 6,14), io ne ho trovati tanti di amici, che siete voi che spesso vi rivelate davvero grandi... grazie!!!!

Questo mese per noi della Famiglia Salesiana è davvero un mese importante, ci sono infatti tre feste che ci riguardano da vicino: il giorno 22 gennaio ricordiamo la Beata Laura Vicuna, allieva delle nostre suore di una piccola missione in Argentina, sulle Ande, che è morta a soli 13 anni offrendo a Dio la sua vita per ottenere la conversione e la felicità della sua mamma; il giorno 24 è la festa di San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra in un momento molto delicato dopo la riforma protestante, che ha fatto di tutto per la riconciliazione dei cristiani, e che era famoso per la sua cordialità e pazienza nonchè allegria e dolcezza di carattere (è da lui che ci chiamiamo "salesiani/e" perchè Don Bosco voleva che fossimo amabili e pazienti come lui... speriamo di riuscirci!!!); e poi il 31 la grande festa di Don Bosco, nostro fondatore, grande amico e padre dei giovani più poveri!

Beh, che ne dite, ne abbiamo da festeggiare, eh? D'altronde anche la festa è una dimensione tipica dell'uomo e soprattutto dell'uomo che sa riconoscere che ha ricevuto tanto da qualcuno che vuole ringraziare anche in questo modo, scegliendo un'occasione per essere felici del dono ricevuto, per stare insieme a chi amiamo e per dirci che siamo contenti di vivere!

Se riesco a stare nei tempi, mi piacerebbe presentarvi brevemente questi personaggi che fanno parte della mia "famiglia" che è proprio tanto bella... allora alla prossima, con qualche cenno sulla prima: Laura Vicuna!

Il Signore vi dia gioia!

Suor El

lunedì 10 gennaio 2005

Carissimi tutti, ciao!

Vi chiedo scusa se per un po' sono stata latitante... Ma ho avuto tante, tantissime cose da fare e pensare e rincorrere... Anche stasera sono un po' cotta... mattinata a scuola e al pomeriggio collegio docenti fiume...

E' stato bello arrivare stanca e con la testa tanto piena da rimbombare all'incontro serale con il mio Signore... è vero, non sono riuscita a leggere il libro della lettura spirituale che avevo tra le mani, ma ho lasciato che tutti i pensieri, i volti, le situazioni che turbinavano nella mia mente si placassero pian piano fino ad arrivare al mio cuore, e da lì ho potuto presentarli al mio Dio, chiuso dietro quella porticina dorata della cappella, sempre pronto ad accogliermi nonostante le mie stanchezze, povertà, distrazioni...

E chi l'ha vinta anche stasera è stato Lui, che mi si è presentato con il suo Volto luminoso e sorridente, come se non avesse altro desiderio che quello di ascoltare e accogliere tutto quello che mi passava per la mente, per tuffarlo nel suo amore e dirmi dolcemente che potevo stare tranquilla, che tutto era nelle Sue mani, e quindi al sicuro...

Questo Dio che ha dato tutto sè stesso fino ad accettare di restare lì, solo, quasi impotente dietro alla porta del tabernacolo, è quello che conserva nella sua piccolezza il segreto più potente dell'universo: l'amore, quello che sa dare la vita per coloro che si ama. Come vorrei, Signore mio, amare come Te! Aiutami a crescere nel tuo amore!

Carissimi, buonanotte, il Signore vi conceda di sperimentare il suo amore che colma di gioia!

Suor El

PS: chiedo scusa a chi sta aspettando un messaggio privato da parte mia, ma stasera proprio non ce la faccio a rispondervi, spero di farlo al più presto!!! Ciao!

mercoledì 5 gennaio 2005

Carissimi tutti, ciao!


Allora, come avete iniziato l'anno? Spero bene, e spero che abbiate trovato il modo perchè sia stato "almeno un po' meglio" per tutte le persone che si trovano a non poter rispondere "bene" alla mia domanda... So che siete generosi e che non restate di pietra di fronte al dolore altrui... Grazie a nome di tutte le persone che avete aiutato e che non possono dirvelo di persona!


Domani è la grande festa dell'Epifania, in cui si ricorda l'arrivo dei Magi a Betlemme per adorare Gesù...
La Chiesa si ferma a contemplare il Figlio di Dio che si rivela al mondo...
...un Bambino inerme che ci parla di Lui...
...è come se Egli stesso volesse dirci di non avere paura di Lui, che possiamo amarlo e coccolarlo come un bambino, che Lui vuole dipendere da noi per essere presente nella nostra vita, non vuole imporci neanche la sua presenza, ci chiede umilmente (un Dio onnipotente che si fa umile di fronte alla Sua creatura piccola, povera e peccatrice, pensate un po'...) di fargli un po' di spazio, di accoglierlo nella nostra vita, di donargli l'oro del nostro amore, l'incenso del nostro stupore, la mirra della nostra fatica di credere e vivere sempre come Lui vuole...
 


E sopra la nostra testa vediamo brillare la stella, che con gioia ci dice: sì, Gesù è tra voi, fortunati voi a vederlo da vicino, fortunati voi ad averlo proprio uguale a voi, uomo come voi, bambino come siete (o siete stati) voi, ... fortunati!!!!


Che pensiero, le stelle ci invidiano!!!
E noi magari crediamo di essere insignificanti!


Vi auguro di avere occhi limpidi per poter scorgere la stella che ci indica il cammino verso di Lui, gambe forti per poter camminare verso il luogo dove Lui ci viene incontro, tanta speranza e gioia per superare gli ostacoli che il cammino ci mette innanzi...


Il Signore si manifesti a voi con tutto il suo amore e la sua tenerezza e vi colmi della sua gioia!


Suor El

sabato 1 gennaio 2005

Carissimi tutti, BUON ANNO!!!


Ringrazio di cuore chi mi ha fatto gli auguri, e li ricambio con gioia!


A ciascuno di voi (mi piacerebbe che proprio ciascuno la sentisse indirizzata a sè in particolare) faccio giungere questa Parola di Dio che la liturgia usa come benedizione proprio all'inizio del Nuovo Anno:


Ti benedica il Signore e ti protegga.
Il Signore faccia brillare il suo volto su di te
e ti sia propizio.

Il Signore rivolga su di te il suo volto
e ti conceda pace.
Num 6, 24-26


A voi e a tutti coloro che portate in cuore i migliori auguri per un Buon 2005 in cui tutti i vostri sogni di bene si possano realizzare...


Il Signore vi conceda un anno di gioia e serenità!


Con tanto affetto,
Suor El