Carissimi tutti, ciao!
Ci siamo, domani per noi è festa grande:
31 gennaio: San Giovanni Bosco!!!!
E come promesso vi racconto qualcosa di lui... solo qualcosa perchè di Don Bosco potrei scrivere fino a riempire un libro...
Partiamo dalla nascita: Giovanni nasce nel 1815, il 16 agosto, nella frazione di Castelnuovo d'Asti chiamata "Becchi". Ha già due fratelli maggiori, di cui il più grande nato da un precedente matrimonio del padre, poi restato vedovo. A soli due anni, Giovannino perde il padre, e la vita della famiglia si fa povera. Sono anni duri per tutti, anni di carestie e di guerre (ricordate le guerre di indipendenza, risorgimento ecc.) e la famiglia Bosco si ritrova a dover lavorare duramente per sopravvivere. Nessuno stupore che il piccolo Giovanni non possa andare a scuola perchè deve lavorare. La mamma, Margherita, cerca di dare ai figli tutto quello che ritiene buono: insegna il lavoro indefesso, la cura dei poveri, il rispetto per tutti, e anche ad amare il Signore. Da lei Giovanni impara che tutto può portare a Dio, se visto con occhi che sanno vedere la sua presenza amorevole, magari anche quando la grandine si porta via il raccolto. Da lei impara il catechismo ed è sempre lei che presto lo prepara alla Confessione e alla Comunione. Quando ha nove anni, il nostro protagonista fa un sogno speciale: si trova in un gruppo di ragazzini come lui che si picchiano, litigano, bestemmiano, e lui, che non approva questo comportamento, si lancia tra loro per costringerli con pugni e calci a smetterla. A questo punto compare prima un "signore" poi una "donna" che lo invitano a reagire non con la forza e le percosse ma con l'amore e la benevolenza. Giovanni nota che intanto i giovani rissosi si sono mutati in lupi, ma che, man mano che si avvicinano a questi personaggi strani si cambiano in agnelli. A lui viene dato il compito di far accadere questo a tanti ragazzi. Il piccolo rimane sbigottito e si chiede come potrà fare lui, piccolo e ignorante com'è... ma gli viene dato un consiglio: renditi umile, forte, robusto; e una "maestra": Maria.
Giovanni si sveglia con la sensazione di aver davvero picchiato tanta gente, e ricorda bene il sogno che riceve tante interpretazioni quante erano le persone a cui lo racconta. Lui non ci pensa su molto, ma l'idea che gli nasce è chiedersi se c'era qualcosa che lui potesse fare per aiutare i suoi compagni ed amici ad essere sempre amici di Gesù come lui ha imparato a fare dalla mamma. Pensa e ripensa, e decide di allenarsi a diventare un saltimbanco, come quelli che vede alle fiere dei paesi attorno al suo. Li osserva con molta attenzione, e ne impara i trucchi, si allena di nascosto per giorni e giorni e poi raduna i suoi amici tutte le domeniche per lo "spettacolo". Fa qualche gioco di prestigio, cammina sulla corda, fa salti mortali, e alla fine, quando qualcuno vorrebbe ricompensarlo, chiede solo come prezzo di fermarsi a pregare un po' con lui, e racconta a chi non era presente alla Messa l'omelia che aveva ascoltato al mattino.
Mentre cresce con queste esperienze, capisce che per fare del bene a questi suoi amici che non sono cattivi ma sono spesso abbandonati a loro stessi per la maggior parte del tempo, potrebbe diventare prete. Ma a quel tempo e in quelle condizioni non era facile diventarlo, prima doveva recuperare anni di scuola, e poi la retta del Seminario era alta, e la sua famiglia povera. Per di più il fratello maggiore vedeva il suo desiderio di studiare come carenza di mano d'opera in casa, e aumento del suo daffare. Dopo anni di sacrifici e tentativi falliti, Giovanni ormai adolescente riesce a trasferirsi a Chieri per frequentare le scuole. Lì fa grandi progressi: lo studio gli riesce benissimo, ha una memoria prodigiosa, e riesce perfino ad aiutare nello studio ragazzi più avanti di lui. Recupera in poco tempo gli anni che ha perso, ma intanto che studia trova ancora il tempo per fare qualche lavoretto che gli consente di pagarsi vitto alloggio e libri. In questo modo passa attraverso tante esperienze di lavoro diverse, a seconda di chi gli offre alloggio o lavoro: fabbro, sarto, barista, calzolaio, sono solo alcuni lavori che impara a fare in questo periodo. Intanto nel tempo libero dal lavoro riesce ad imparare anche a suonare qualche strumento. Oltre a tutto questo, Giovanni non smette di riunire attorno a sè altri ragazzi, compagni di scuola ma anche altri, e fonda la "società dell'allegria": un gruppo di giovani che volevano vivere allegri con un programma semplice ma efficace: svolgere con cura i propri doveri di studio e di preghiera, riunirsi ogni domenica per la Messa e il catechismo, e cercare di proporre a tutti gli altri amici giochi, letture, racconti ecc. che potessero far nascere l'allegria sana e pulita che resta a lungo nei cuori.
Terminati così gli studi, Giovanni può finalmente entrare in Seminario. Per pagarsi la retta fa il giro delle famiglie del suo paese e dei dintorni per chiedere l'elemosina, tanto è povero. Però il suo sogno si realizza: entra in seminario! In questo ambiente scopre diversi modi di esser prete: lui, aiutato da qualche amico, cerca il "suo" modo: benevolenza grande con tutti, presentare un Dio amico più che giudice, che ha voglia di incontrare spesso le persone nei Sacramenti per dire loro che le ama fino a dare la vita per loro.
Finalmente, nel 1841, viene ordinato sacerdote. Per lui è una festa grande, ma adesso comincia a pensare cosa fare della sua vita: allora i preti erano tanti, e non a tutti era concessa subito una parrocchia. La sua guida spirituale lo orienta a fare un corso di due anni di "specializzazione pastorale" (diremmo oggi) a Torino, e il giovane Don Bosco studia, ma nel frattempo non si dimentica lo scopo che aveva in mente per il suo presbiterato: dedicarsi ai giovani, specialmente i più poveri e abbandonati. In quei tempi a Torino ce n'erano tantissimi, arrivavano in città dalle vallate, in cerca di lavoro che puntualmente non trovavano, e così erano costretti a rubare per sfamarsi e finivano in prigione. A chi andava meglio trovava magari padrone e veniva messo a lavorare in condizioni disagiate, lavori pesanti e pericolosi, con orari impossibili e spesso sfruttati e poi abbandonati.
Don Bosco comincia ad incontrare qualcuno di questi piccoli muratorini o spazzacamini, o poveri giovani senza lavoro e a rischio delinquenza, e li raduna presso di sè, fa loro un po' di catechismo e li prepara ai sacramenti, ma soprattutto cerca di farli giocare e divertirsi, e si inventa sempre qualcosa di nuovo per poterli aiutare. Addirittura cerca e trova loro dei lavori presso padroni che non li sfruttino, e stende i primi contratti di lavoro d'Italia per garantire loro la sicurezza di un lavoro onesto e sicuro. Per poter far loro un po' di scuola e per ospitare chi non aveva casa, cerca finchè trova una casa con un grande cortile in affitto, rinuncia a fare un lavoro "da prete" per mettere tutto quello che ha e che è a servizio dei suoi ragazzi. Nasce l'oratorio, prima cortile nelle domeniche dove far giocare e pregare i suoi ragazzi, poi mano a mano scuola serale, laboratorio dove lo stesso Don Bosco insegna quei mestieri che ha imparato negli anni di scuola a Chieri, e poi anche collegio.
Passano gli anni e Don Bosco vede la sua casa ingrandirsi sempre più, e capisce che da solo con quei pochi aiutanti che aveva non sarebbe riuscito ad andare avanti per molto. Così fa una proposta "forte" ai suoi ragazzi più grandi e più capaci, quelli che da anni erano con lui, che avevano imparato il suo metodo di avvicinare ed aiutare i giovani con la gioia e l'allegria per condurli ad una vita onesta e dignitosa. Se avessero voluto, potevano dividere la vita con lui, donando tutto di loro al Signore della Vita e della Gioia, per mettersi a servizio di quei loro compagni meno fortunati. Un buon gruppetto accetta: nascono i Salesiani.
La storia sarebbe ancora lunga, e già ho tagliato (a malincuore) episodi, aneddoti, particolari, che avrebbero dato un buon tocco di colore a questa vita già così tanto intensa. Ma questo è un post, ed è già fin troppo lungo così com'è...
Allora, buona festa di Don Bosco a tutti!!!!
E sia proprio Don Bosco ad ottenere dal Signore per voi la gioia più grande: conoscerLo e amarLo come ha fatto lui!
Suor El