Carissimi tutti, ciao!
Siete rimasti un po' in attesa, scusate, ma il tempo in questi ultimi giorni è un po' tiranno... un po' tanto, cioè!
Come vanno i preparativi per Natale? E i bigliettini per la caccia al tesoro, li trovate ancora? Vi auguro di riuscire a trovarne ancora tanti, tanti!!! D'altronde il tempo è propizio, "questo è il tempo favorevole", dice S. Paolo, anche perchè il "Signore è vicino a chi lo cerca"... allora approfittiamone per farlo stare un po' vicino a noi!
Eccomi adesso tutta per voi, con la terza puntata della mia storia vocazionale...
Dunque: per quell'estate avevo programmato attentamente e con molta cura la mia estate: ven 23 luglio ultimo esame, domenica 25 luglio partenza per la marcia francescana, 4 agosto ritorno dalla marcia, dom 22 agosto partenza per il campo scuola diocesano.
Ed ecco come si è svolta: venerdì 23 all'esame non ero tra le prime in lista, ma ero comunque entro il numero che di solito i prof riuscivano ad interrogare, quindi ero tranquilla, però ... a quei tempi nella mia università gli studenti che avevano permessi di lavoro avevano la precedenza su tutti gli altri, e guarda caso, proprio quel giorno, erano tanti, proprio tanti, ed io... mi ritrovo spostato l'esame al martedì! Ma come?!? No, io domenica devo partire!!! E prendo la grande decisione: no, non arrivo in marcia il terzo giorno, piuttosto salto l'esame e lo dò in settembre! Ancora adesso non so come sono riuscita a far accettare ai miei di casa questa cosa...
Tanto più che i miei genitori avevano tentato più di una volta di farmi ragionare: "guarda che sei poco allenata" (si trattava di fare una media di 20-22 km al giorno a piedi, in piena estate, con lo zaino sulle spalle per una settimana), "sei robusta", "non ti ci vedo proprio...", " ma sei proprio convinta?"...
Ed io ero proprio convinta, tanto che ho pensato a tutto, mi sono fatta regalare lo zaino, l'ho preparato, ero pronta a saltare il pranzo della domenica per prendere la corriera. Poi forse ho impietosito i miei che mi hanno accompagnato almeno un pezzo in macchina. E via, verso la "mia" avventura. Ho conosciuto i miei compagni di marcia, ho ricevuto il Tau, e siamo partiti. Sì, era una gran faticaccia, ma il clima gioioso, l'amicizia, le riflessioni, le Messe nei paesi che ci accoglievano e i momenti di preghiera tra di noi, era tutto stupendo!!!
Peccato che il terzo giorno mi sia ritrovata con le piante dei piedi praticamente ricoperte di vesciche tanto che non riuscivo più a camminare! Ho dovuto farmi portare in macchina per tutto un pomeriggio, pensavo che la mia marcia a piedi era finita, che nonostante la mia buona volontà avevo fatto fiasco, dovevo riconoscere che i miei avevano ragione, che non era una cosa per me, che avrei fatto meglio a starmene a casa...
Quella sera durante la Messa ho fatto scorrere un fiume di lacrime, anche perchè il tema dell'omelia era stato proprio la rinuncia, il fatto che Dio non ci chiede grandi cose, ma di accettare le croci che ogni giorno ci manda... Potete immaginare data la mia delusione cocente (e la mia cocciutaggine da vero mulo) quanto stavo male, perchè sapevo che avrei dovuto accettare la mia sconfitta, ma non ci riuscivo. Finchè il frate che celebrava non ha intonato alla fine dell'omelia un ritornello che dice:
Il Signore è la mia forza, ed io spero in Lui!
Il Signor è il Salvator, in Lui confido,non ho timor!
In Lui confido, non ho timor!
E ce l'ha fatto cantare per diverse volte, e ad ogni volta io piangevo sempre più, pensando che dovevo accettare questa croce di smettere di marciare, e di fare il tragitto in macchina, e alla fine della Messa avevo deciso che avrei accettato quello che evidentemente adesso era il Suo desiderio per me, cioè di sentirmi umiliata, piccola, incapace...
Non è stato facile, ma tra le mie lacrime è spuntato un sorriso (molto umido, ma c'era!!!).
La mattina dopo mi sono alzata convinta di non riuscire a stare quasi neanche in piedi, come ero la sera prima, ma invece... le vesciche c'erano ancora, però si erano quasi del tutto riassorbite, non erano gonfie e non mi facevano neanche tanto male! Confrontandomi anche con una mia compagna che era infermiera, ho visto che avrei potuto per lo meno provare a camminare un po', e se proprio non ce l'avrei fatta sarebbero venuti a prendermi con la macchina. Ero così contenta, che non potete immaginare!!!
Quel giorno ho ringraziato tanto il Signore, anche se ancora zoppicavo, se ancora sentivo tanto male, ma almeno ero in piedi, ce la facevo, e potevo continuare!!! Infatti ho potuto proseguire, fino all'arrivo ad Assisi. E' stata un'emozione grande arrivare lì, a S. Maria degli Angeli proprio il 2 agosto, festa del Perdono d'Assisi, e sentire che se ci ero arrivata con le mie gambe era merito più del Signore che mio!
Come è tradizione, siamo entrati nella chiesetta che S. Francesco aveva riparato sostando solo un attimo (eravamo migliaia a doverci passare), ed io, inginocchiata là, ero talmente piena di gratitudine e riconoscenza, che mi ricordo di aver passato in rassegna davanti al Signore tutte le persone che avevo care, tutte le persone che avevamo incontrato per la strada che ci avevano chiesto di ricordarle ad Assisi, che quando ho dovuto uscire, spinta dalla folla, mi sono resa conto che non avevo chiesto nulla al Signore per me, avevo pensato solo agli altri, e pensare che avevo aspettato e desiderato tanto quel momento per parlare cuore a cuore con Lui!
E però sentivo dentro una specie di fuoco d'amore che non capivo, ripensando a quegli attimi intensi e pieni di gioia profonda e riconoscenza, avevo la sensazione di esser stata abbracciata dal Signore Gesù, di aver potuto sentire il Suo grande, immenso amore per me, per me sola, piccola, sciocca, con tutti i miei difetti, ma preziosa ai Suoi occhi... insomma avevo capito che Dio era innamorato di me!!! Ma vi pare: che scoperta immensa! Che mi amasse, sì, me l'avevano detto tante volte, agli incontri, nella Bibbia, ecc. Ma qui, era stato diverso, era come se Lui mi si fosse dichiarato di persona. Eppure non ho avuto visioni, non ho sentito parole, solo ho pensato agli altri, con il cuore pieno di gratitudine per quel dono gratuito che Dio mi aveva fatto di arrivare fin lì.
Da quel momento, anche dopo che sono tornata a casa, non potevo fare a meno di pensare a quella sensazione provata in quella chiesetta... pensavo e pregavo quasi in ogni momento: il Signore mi voleva davvero bene, anche se io non me lo meritavo tutto quell'amore, ma che ce l'avevo lo stesso... non potevo fare a meno di chiedergli, ogni volta che ci pensavo (ed era spesso): "Dimmi, Signore, come posso ricambiare tutto questo amore che mi doni, cosa posso fare per dirti il mio grazie?"
E siccome il Signore non lascia deluse o inascoltate le nostre preghiere, mi ha risposto, e anche molto in fretta...
Infatti, circa 15 giorni dopo il mio ritorno dalla marcia, (avevo ancora i segni delle vesciche e qualche doloretto....) sono partita per il campo scuola della diocesi...
Le nostre giornate prevedevano per ogni giorno alcuni momenti di meditazioni guidate dai sacerdoti che erano presenti, e momenti di silenzio per ripensare a quello che ci avevano detto, per leggere la Parola di Dio, e momenti di condivisione in gruppetti (poi tanti momenti di gioco, di canto, di allegria!!!).
Il martedì (24 agosto) la meditazione del nostro sacerdote si era conclusa con queste parole: "Bisogna che stiamo attenti che non ci capiti di aver paura di Dio. E perchè dovremmo aver paura di Dio? Perchè forse Lui ci sta chiedendo qualcosa di più di quello che stiamo dando; ma noi, per paura di dover dare qualcosa in più, non Lo ascoltiamo, ma facciamo solo finta. Allora, nel momento di silenzio di oggi vogliamo chiederci: può essere che abbiamo paura di Dio?"
Io, forte della mia esperienza della marcia, pensavo: ma come posso aver paura di Dio, se non ha fatto che darmi cose buone e belle, da quando sono nata ad oggi? Cosa potrei aver paura che mi chieda?
E come un fulmine a ciel sereno, mi sono detta: che mi chiami a vivere tutta la vita con Lui, che mi chiami ad una scelta di consacrazione.
Non so spiegarvi bene come è successo, ma in quell'istante in cui mi sono posta questa domanda, ho avuto la percezione chiara anche se non saprei dirvi come mi è venuta, che era proprio questo che il Signore mi chiedeva.
Non so spiegarvi come mi sono sentita se non con questa immagine, fatta di due immagini sovrapposte:
- mi pareva che il castello in aria che per 20 anni avevo costruito: di sposarmi, di aver una famiglia bella e grande, con figli miei, con un marito da amare e da cui sentirmi amata, mi fosse crollato addosso, ed io fossi come quelle vittime del terremoto, costretta all'immobilità da tonnellate di detriti e macerie che non mi schiacciavano facendomi male, ma che però mi tenevano bloccata;
- mi pareva di essere come un neonato capitato violentemente in un mondo che non conosce, di cui non capisce niente, di cui ha anche un po' paura, e non sa altro se non che è nelle braccia piene d'amore e d'affetto della sua mamma, per cui se anche non capisce niente, sente comunque il battito del suo cuore e sa solo che è amato, che qualcuno penserà a lui, e che non vale la pena di preoccuparsi.
Ovviamente non potevo essere sicura al 100% che quello che mi stava capitando era una vera vocazione, ma solo il fatto che mi ero posta la domanda in un momento come quello, dopo tante esperienze di amore da parte Sua, solo il fatto che mi sentivo come nei due casi che ho descritto sopra, capivo che se era vero davvero che Lui mi chiamava, io non avrei potuto rispondere che "sì"!!!!
Il punto allora era: essere davvero sicura che era Lui a chiamarmi, che non fossi stata io ad inventarmi tutto.
Ho subito avvicinato il sacerdote che ci aveva fatto quella meditazione e gli ho confessato quello che mi sembrava di aver capito, e lui mi ha aiutato a realizzare che da sola non avrei mai potuto decidere se questa "chiamata" fosse davvero Sua o un'invenzione mia. E mi ha proposto un cammino di guida spirituale, che io sono stata ben lieta di accettare...
Ma io ero sempre quel mulo testardo che pensa di fare di testa sua, e infatti... i miei guai non erano ancora finiti...
Ma il resto alla prossima puntata!
Buona notte, carissimi, il Signore vi dia gioia e vi protegga sempre!
Suor El